Il termine “cibo da bianchi” è diventato un’espressione diffusa, soprattutto online, spesso usata per descrivere uno stile culinario percepito come insipido o poco condito. Ma cos’è esattamente il “cibo da bianchi” e da dove ha origine questo stereotipo? Il concetto, così come lo si intende oggi, deriva in gran parte dalla storia culinaria americana, in particolare dalle tendenze alimentari del secolo scorso.
Le radici nella storia culinaria americana: la Grande Depressione e l’insipidezza del dopoguerra
L’era della Grande Depressione ha plasmato in modo significativo le abitudini alimentari americane, spingendo le diete verso opzioni facilmente reperibili ed economiche. Gli storici culinari Jane Ziegelman e Andrew Coe spiegano a NPR che questo periodo ha visto un aumento del consumo di verdure in scatola, piatti cremosi e sformati ricchi di amido. L’attenzione era fortemente focalizzata sul sostentamento nutrizionale piuttosto che sull’indulgenza del sapore. I cibi piccanti, in particolare, venivano spesso evitati, considerati simili a stimolanti come la caffeina e l’alcol.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’omogeneizzazione del cibo “bianco” si intensificò. Annaliese Griffin osserva in Quartz come il cibo americano nelle scuole e nelle istituzioni si sia trasformato in un “pasticcio borghese” caratterizzato da pane bianco fritto nella margarina con formaggio fuso, purè di patate istantaneo, sformati e bastoncini di pesce. Questa immagine anni ’50 di cene surgelate e pasti prodotti in serie e a lunga conservazione è diventata uno “stereotipo iconico di ciò che era il cibo ‘americano'”, come sottolinea la storica del cibo dello Smithsonian Ashley Rose Young, anche se non rappresentava accuratamente le diverse diete negli Stati Uniti. Nonostante questo stereotipo, è importante ricordare che sia gli americani bianchi che quelli non bianchi erano consumatori di alimenti confezionati durante questo periodo, molti dei quali venduti da aziende fondate da imprenditori migranti, come Goya Foods e Kubla Khan.
Lo stereotipo prende piede: dallo scherzo al meme mainstream
Questa fetta di cibo suburbano della metà del secolo si è consolidata come “cibo da bianchi” nell’immaginario popolare, evolvendosi da una battuta interna all’interno delle comunità della diaspora e di Black Twitter in un tropo dei social media ampiamente riconosciuto. Con l’affermarsi della cucina globale e dei sapori piccanti negli ultimi dieci anni, il contrasto con il percepito “cibo da bianchi” è diventato più pronunciato. Barzellette e meme su sformati, maionese e sapori delicati come quintessenza del “cibo da bianchi” hanno iniziato a proliferare su piattaforme online, da farm di contenuti a pubblicazioni gastronomiche e video comici.
Incidenti come quello di un ristorante indiano nel Regno Unito che ha etichettato un ordine di curry delicato come “MOLTO DELICATO, DA BIANCHI” su una ricevuta hanno ulteriormente alimentato lo stereotipo, diventando brevemente virale e evidenziando l’associazione della bianchezza con l’insipidezza nel cibo. Persino il testo “salsa piccante nella mia borsa” di Beyoncé nel 2016 ha innescato conversazioni sul significato culturale della salsa piccante, in particolare nell’identità nera del sud, e interrogativi su chi abbia l’autorità culturale per rivendicare l’amore per il cibo piccante. La dicotomia del sapore ha continuato a consolidarsi online, diventando un meme e persino guadagnandosi delle voci nell’Urban Dictionary che definiscono “cibo da bianchi” e “piccante da bianchi”.
TikTok e la moderna “polizia del sapore”
TikTok ha amplificato in modo significativo il concetto di “cibo da bianchi”. Ora è comune trovare commenti sui video di cibo che criticano una percepita mancanza di condimento o spezie, tanto che è diventato un tropo autocosciente. Questo ambiente online favorisce un’ipervigilanza riguardo all’apparenza del sapore. I creatori di contenuti e gli spettatori mostrano ansia di “sbagliare” quando si tratta di condimenti. Ciò è evidente negli sviluppatori di ricette che creano video per difendere esplicitamente le loro scelte di condimento e negli onnipresenti commenti preventivi come “eccomi prima dei commenti ‘dov’è il condimento'”. Questa autocoscienza è spesso presentata con umorismo, ma sottolinea una reale sensibilità alla percezione del sapore nella cultura alimentare online.
In conclusione, il “cibo da bianchi” come concetto è una complessa miscela di tendenze alimentari storiche, stereotipi culturali e amplificazione dei social media. Pur essendo radicato nell’era del cibo insipido e lavorato della metà del XX secolo in America, si è evoluto in un meme che riflette le ansie online contemporanee sul sapore, l’appropriazione culturale e l’autenticità culinaria.